L’organizzazione del Centro Operativo Comunale
- Giuseppe Muscatello
- 20 apr 2020
- Tempo di lettura: 10 min
Carissimi, seguiranno alcune note e informazioni tecniche con l’obbiettivo di comprendere il meccanismo e la gestione di un Centro Operativo Comunale .
“Non tutto ciò che affrontiamo può essere cambiato, ma nulla può essere cambiato finché non viene affrontato”di Muscatello Giuseppe Disaster Manager https://giuseppemuscatello.com/

Quello che rende più efficace una complessa rete di coordinamento e gestione dei soccorsi è la capacità di rendere organizzata qualsiasi componente del sistema, sia che si tratti di singole strutture che di entità più complesse e ramificate.
La prima realtà organizzata che viene attivata in caso di emergenza è il Centro Operativo Comunale – C.O.C., competente per la gestione delle attività di Protezione Civile per gli eventi di tipo A, nonché per tutte le necessità specifiche che avvengono all’interno dell’area comunale.
Il C.O.C. riunisce i responsabili delle funzioni di supporto comunali ed i principali referenti delle componenti del servizio nazionale di Protezione Civile presenti in città, e mantiene costante il collegamento con tutti gli enti preposti al monitoraggio per gli eventi attesi nel proprio territorio.
Il Sindaco con l’attivazione del proprio centro di coordinamento, al fine di garantire la prima ed immediata risposta agli eventi, deve perseguire i seguenti obiettivi:
coordinamento operativo comunale;
salvaguardia della popolazione;
rapporti con le istituzioni locali per dare continuità alle funzioni amministrative;
informazione alla popolazione;
superamento emergenza;
salvaguardia del sistema produttivo locale;
ripristino della viabilità e dei trasporti;
funzionalità delle comunicazioni;
funzionalità dei servizi essenziali;
censimento e salvaguardia dei beni culturali;
modulistica relativa al censimento danni a persone e cose;
relazione giornaliera intervento;
aggiornamento piano di emergenza Il C.O.C. rappresenta quindi il cervello per il corretto funzionamento del piano di emergenza locale, è il punto di riferimento per tutta la cittadinanza e luogo in cui i responsabili dei servizi competenti, possano collettivamente prendere atto dell’evolversi della situazione e prendere le decisioni necessarie per far fronte alla criticità del momento.
Di massima il Sindaco si avvale del Centro Operativo Comunale nel coordinamento delle seguenti operazioni:
apprestamento dei servizi di controllo e monitoraggio del territorio con squadre miste (volontari, dipendenti, ecc.), sotto il coordinamento delle Autorità competenti;
diramazione di avvisi e di messaggi di allarme alla popolazione a mezzo di punti informativi fissi e mobili e pattuglie delle forze di polizia;
delimitazione delle aree a rischio e istituzione dei “cancelli (posti di blocco);
in caso di rischio per la pubblica incolumità, verifica prioritaria delle condizioni delle persone necessitano di particolare assistenza (anziani soli, portatori di handicap, ecc.);
controllo della rete viaria ed emanazione di ordinanze per la regolamentazione del traffico sulla viabilità pubblica e privata;
allertamento dei possessori di risorse per la pronta disponibilità delle stesse;
emanazione dei provvedimenti necessari per ottenere la disponibilità di aree e strutture da adibire all’ammassamento dei soccorritori e all’accoglienza di persone, animali e beni evacuati e loro predisposizione e allestimento;
soddisfacimento delle esigenze di tipo sanitario, socio-assistenziale e igienico, mediante il coinvolgimento di strutture pubbliche e private;
distribuzione di generi alimentari, acqua potabile, vestiario, coperte, ecc. alle persone sinistrate e garanzia di assistenza e segretariato sociale alle stesse;
(se attivati) periodica informazione al CCS (Centro Coordinamento Soccorsi) e all’eventuale COM (Centro Operativo Misto) capo area, circa l’andamento della situazione e sui provvedimenti adottati o in via di adozione.
Considerata l’importanza di tale centro, serve per prima cosa che il C.O.C. sia ubicato in un edificio non vulnerabile, di facile accesso e ben identificabile. Ricordiamoci che in una emergenza, è fondamentale che il luogo responsabile della direzione dei soccorsi sia possibilmente esterno all’area di crisi, così da evitare che lo stesso centro possa subire disagi e difficoltà nell’espletamento delle proprie funzioni a causa del proprio coinvolgimento nello scenario di soccorso.
Il centro di coordinamento non deve subire limitazioni per quanto riguarda la propria raggiungibilità e non può trovarsi nel pieno della situazione caotica, caratterizzata da mezzi di soccorso, soccorritori, vittime e difficoltà strutturali limitrofe.
I flussi di persone e delle comunicazioni devono restare il più possibilmente liberi da quanto sta accadendo. Questo non significa non essere in grado di seguire la situazione da vicino, che può essere tranquillamente osservata e gestita da personale responsabile direttamente sul posto e collegato con il centro di coordinamento, ma serve per evitare che proprio chi debba prendere le decisioni più importanti, si ritrovi in una situazione di pericolo e debba essere impegnato ad occuparsi più della propria mobilità all’interno dell’area di crisi che nel seguire la gestione dell’emergenza. Assolutamente bisogna evitare di diventare parte integrante dello scenario soggetto dell’emergenza. Sebbene possa risultare più facilmente sistemabile nel palazzo comunale, la scelta di dove ubicare il C.O.C. deve ricadere su aree che non siano identificabili nei piani locali di Protezione Civile come zone oggetto di rischi ed eventi calamitosi previsti per quell’apposito territorio. Per questo alcune strutture come il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, posseggono mezzi allestiti per servizi di U.C.L.- Unità di Crisi Locale, che permette la dislocazione nel luogo più opportuno, di sedi di coordinamento mobili, in grado di ospitare le funzioni del C.O.C. e comunque disporre nell’area dell’emergenza, di un luogo specifico ed attrezzato per il coordinamento delle attività. Idealmente i mezzi mobili, che nascono principalmente per l’istituzione del P.C.A. – Punto di Comando Avanzato, possono rendersi disponibili come valida forma sostitutiva, qualora il C.O.C. venga danneggiato o reso non operativo durante l’emergenza.
Attraverso l’attivazione del C.O.C. si rende efficace ed efficiente il piano di protezione civile. In particolare mediante il C.O.C:
si individuano i responsabili di ogni funzione ed il loro coordinatore;
si affida ad un responsabile sia il controllo dell’operatività sia l’aggiornamento dei dati relativi alle risorse pubbliche e private al fine di garantire la loro piena disponibilità;
in caso di emergenza i singoli responsabili di funzione assumono la veste di operatori specializzati nell’ambito della propria funzione di supporto.
In pratica, l’istituzione del C.O.C. rappresenta la creazione del tavolo centrale di coordinamento, a livello comunale, che entra in operatività piena al verificarsi dell’emergenza; il compito è quello di gestire l’evolversi della situazione, attraverso un costante monitoraggio, una razionale e opportuna distribuzione delle risorse umane sul territorio, una pianificata gestione delle strutture e dei mezzi disponibili in funzione del tipo di evento, della sua intensità, del grado di coinvolgimento territoriale verificatosi.
Le funzioni di supporto previste per ogni C.O.C potranno essere istituite o aggiornate, a ragion veduta, in maniera flessibile in base agli scenari di rischio incombenti sulla realtà territoriale di riferimento e sulla base delle esperienze maturate nella pratica delle esercitazioni.
La struttura organizzativa del C.O.C è di tipo gerarchico: al vertice il Sindaco, con compiti di coordinamento generale; seguono i responsabili delle nove funzioni di supporto che si riferiscono al sindaco e coordinano le attività e gli addetti relativi alle funzioni stesse. Le funzioni di supporto sono finalizzate ad organizzare e svolgere le attività necessarie ad affrontare le criticità che si manifestano nel corso dell’evento calamitoso. Ogni funzione, rispetto alle altre assume un rilievo differente a seconda degli effetti causati dal singolo evento.
Pertanto nel centro operativo, prenderà posto il coordinatore indicato nel piano di protezione civile.
Il coordinatore provvederà, in “tempo di pace”, ad organizzare esercitazioni congiunte con le altre forze preposte all’emergenza al fine di verificare le capacità organizzative ed operative delle organizzazioni.
Questa funzione, attraverso il censimento dei materiali e mezzi comunque disponibili e normalmente appartenenti ad enti locali, volontariato etc. deve avere un quadro costantemente aggiornato delle risorse disponibili.
Per ogni risorsa si deve prevedere il tipo di trasporto ed il tempo di arrivo nell’area dell’intervento.
Nel caso in cui la richiesta di materiali e/o mezzi non possa essere fronteggiata a livello locale, il Sindaco rivolgerà richiesta al Prefetto competente.
Mediante i Compartimenti Territoriali deve essere mantenuta costantemente aggiornata la situazione circa l’efficienza e gli interventi sulla rete.
L’utilizzazione del personale addetto al ripristino delle linee e/o delle utenze è comunque diretta dal rappresentante dell’Ente di gestione nel Centro operativo.
Tutte queste attività devono essere coordinate da un unico funzionario comunale.
Il responsabile della funzione, al verificarsi dell’evento calamitoso, dovrà effettuare un censimento dei danni riferito a:
• persone
• edifici pubblici
• edifici privati
• impianti industriali
• servizi essenziali
• attività produttive
• opere di interesse culturale
• infrastrutture pubbliche
• agricoltura e zootecnia
Per il censimento di quanto descritto il coordinatore di questa funzione si avvarrà di funzionari dell’Ufficio Tecnico del Comune o del Genio Civile regionale e di esperti del settore sanitario, industriale e commerciale.
E’ altresì ipotizzabile l’impiego di squadre miste di tecnici dei vari Enti per le verifiche speditive di stabilità che dovranno essere effettuate in tempi necessariamente ristretti.
In particolare si dovranno regolamentare localmente i trasporti, la circolazione inibendo il traffico nelle aree a rischio, indirizzando e regolando gli afflussi dei soccorsi.
Presso il C.O.C. vengono attivate le seguenti funzioni di supporto:
– tecnica e pianificazione; – sanità, assistenza sociale e veterinaria; – volontariato; – materiali e mezzi; – servizi essenziali e attività scolastica; – censimento danni a persone e cose; – strutture operative locali; – telecomunicazioni; – assistenza alla popolazione.
In pratica viene applicato il metodo Augustus ma in scala più piccola, che rispecchiandosi da quanto viene svolto presso i centri di coordinamento più grandi, come C.O.M., C.C.S. e DI.COMA.C., permette di creare ruoli specifici che si occupino in modo dettagliato delle problematiche dell’emergenza. Questi potranno inoltre dialogare con soggetti competenti della medesima funzione a più livelli, rendendo più efficiente e supportato l’intervento resosi necessario. Serve quindi che nel dettaglio ogni funzione sia organizzata per rispondere efficacemente alle chiamate di emergenza, strutturandosi in tempo di pace attraverso la creazione di squadre reperibili e personale qualificato istruito circa i propri compiti e ruoli. Indispensabile è la raccolta di dati che risultino utili durante l’emergenza e l’aggiornamento di tutte le risorse disponibili e da mettere in campo.
All’attivazione del C.O.C. deve quindi seguire una risposta rapida ed organizzata, preparata ad affrontare immediatamente la situazione, ed in grado di mettere a disposizione le proprie risorse e piani di lavoro senza che si debba improvvisare ed inventarsi tutto quanto. Il coordinamento potrà funzionare nel modo corretto solo se ogni elemento che lo costituisce, saprà porsi al momento dell’evento con metodologia e padronanza della propria funzione.
Il C.O.C. deve possedere una serie di attrezzature disponibili per agevolare il lavoro di segreteria e comunicazione, partendo dal concetto che se tutto fuori è distrutto o reso inefficiente, la propria capacità di dare una immediata risposta nella gestione dell’emergenza, sarà dettata anche dal livello di autonomia ed indipendenza della struttura. Predisporre quindi un generatore di corrente per l’erogazione di energia elettrica non inferiore ad 1Kv, organizzare un banco segreteria con pc, stampante e possibilmente fax. Riservare un banco per le radiocomunicazioni che ad oggi n caso di mancanza della copertura delle cellule telefoniche o per guasto della linea a cavi, restano ancora il sistema insostituibile per mantenere i collegamenti sul territorio. Possibilmente fornire l’area del C.O.C. di rete wifi per permettere a tutti i referenti di eseguire scambio dati e navigazione. Utile è l’installazione di televisioni che ricevano canali satellitari e dal digitale terrestre per sfruttare l’informazione dei media per tenere aggiornata la situazione in tempo reale. Ricordo infine che è importantissimo che il C.O.C. abbia la possibilità di avere una sala riunione per accogliere i referenti delle varie funzioni e che permetta di mantenere un certo stato di riservatezza rispetto al resto della struttura o dagli esterni. E’ facile immaginare che nella gravità del momento, ci siano attimi concitati e che la discussione possa anche assumere caratteri forti, che tuttavia devono restare all’interno del gruppo di lavoro e che non debbano essere evidenti all’esterno per evitare strumentalizzazioni, quali ad esempio mancanza di coordinamento o incapacità di far fronte alle esigenze. L’argomento privacy e la possibilità di filtrare le informazioni per consentire ai soccorritori di non trovarsi in difficoltà nell’area di crisi, possono essere garantite sempre dalla capacità di mantenere il tavolo di coordinamento lontano dai non addetti ai lavori.
Per quanto riguarda il concetto di U.C.L, ne menziono l’utilizzo anche per interventi e soccorsi più circoscritti e che possano anche non interessare il piano locale di Protezione Civile. Per fare un esempio citiamo la ricerca di dispersi che prevede la creazione di un punto di gestione dei soccorsi, con la partecipazione di più referenti competenti per il territorio e per le risorse disposte in campo, ma che per ovvie necessità operative, deve poter essere mobile e di rapido impiego. E’ una struttura più compatta e che ha spazi limitati, ma che tra le sue caratteristiche ha quella di poter comunque accogliere il tavolo di coordinamento, garantendogli l’autonomia dalla situazione esterna e tutta la riservatezza dettata dalla gravità dell’emergenza. Molto utili sono in questo caso le centrali mobili dei Corpi di Polizia Locale o delle organizzazioni del volontariato della Protezione Civile che, in un tempo piuttosto rapido, possono disporsi sul territorio e costituire una prima U.C.L. per far fronte alle prime necessità di coordinamento. Sarà poi compito dell’autorità di Protezione Civile, qualora non fosse presente una struttura già predisposta ad ospitare il C.O.C., ad identificare un’area più idonea e comunicare l’attivazione delle funzioni previste dal piano locale. Il furgoncino della Polizia Locale o del volontariato della Protezione Civile potrà quindi cambiare destinazione d’uso e diventare un P.C.A. che restando collegato con il C.O.C. o U.C.L. potrà dare continuità all’azione del coordinamento, fungendo da direttore delle operazioni sul posto.